Primitivo: informazioni generali

informazioni generali gestite da Dipartimento di Scienze Agrarie, degli Alimenti e dell'Ambiente (SAFE) - Università degli Studi di Foggia
come citare questa fonte de Palma L., Tarricone L., De Michele M., Limosani P., Savino M., 2015. Primitivo. In: Italian Vitis Database, www.vitisdb.it, ISSN 2282-006X
informazioni botaniche
nome
Primitivo
tipo di origine
spontanea
specie
Vitis vinifera
gruppo di varietà
non disponibile
genere
Vitis
sottospecie
sativa
vitigno da
vino
codice
IVD-var_313
registrazione
iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Viti
si
codice
199
nome ufficiale
Primitivo
sinonimi
sinonimi ufficiali (1)
sinonimi riportati nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite
  • Zinfandel
cloni omologati (12)
immagini
  • germoglio pagina superiore
    germoglio pagina superiore
  • germoglio pagina inferiore
    germoglio pagina inferiore
  • foglia
    foglia
  • grappolo
    grappolo
Riferimenti storici

In Italia la coltivazione del Primitivo è tipica delle aree viticole pugliesi, soprattutto nella parte centro-meridionale della regione.

A fine ’700, Filippo Indelicati, sacerdote nato a Gioia del Colle (BA), individuò e “selezionò” questo genotipo tra i tanti in coltura, denominandolo con un appellativo indicativo della precocità di maturazione dell'uva (Musci, 1913).  

Nella “Relazione sugli studi ampeografici eseguiti nelle Puglie”, Frojo (1875) cita il Primitivo con i suoi sinonimi di Primaticcio (Gioia del Colle, Trani) e Uva della pergola (Corato) e ne descrive l’uva, che considera tra le migliori pugliesi. Inoltre, segnala le produzioni ottenute negli areali più elevati e freschi della regione come atte a fornire vini in purezza di qualità superiore, poiché derivanti da fermentazioni non troppo tumultuose.

Una meticolosa analisi delle citazioni storiche del Primitivo, della sua origine, nonché delle similitudini con entità viticole note con altro nome, è stata redatta da Calo’ e Costacurta (2003).

Costacurta e Germinario (2010) hanno riassunto le principali vicende del Primitivo segnalando che, come verosimilmente avvenuto per altri importanti vitigni tipici pugliesi, esso potrebbe essere stato introdotto in Puglia per opera dei coloni provenienti dall’antica Grecia. Il suo profilo genetico risulta sovrapponibile a quello dello Zinfandel coltivato in California, ove si ritiene sia stato introdotto a partire da una collezione imperiale austriaca. Il profilo genetico del Primitivo è inoltre sovrapponibile a quello del vitigno croato Crljenak Kastelanski e mostra l'esistenza di legami di parentela con il vitigno Plavaz Mali coltivato in Dalmazia.

diffusione & variabilità

Il Primitivo è coltivato su una superficie 12.234 ha (Censimento Agricoltura 2010), quasi tutti localizzati in Puglia.

Partendo da un'estensione colturale di circa 47.700 ha ad inzio degli anni '70, la superficie occupata da questo vitigno ha toccato il valore minimo di 7.950 ha all'inizio degli anni 2000.

In Puglia, tra i vitigni tipici regionali, il Primitivo è attualmente il più coltivato (11.766 ha, 14% della superficie vitata regionale). Più di metà della superficie afferisce alle DOC.

(Fonte: ISTAT).

Il Primitivo è ritenuto idoneo alla coltivazione in gran parte dei territori viticoli Centro-Sud, a partire dalla provincia di Perugia sino alla Basilicata, includendo anche la Sardegna.

E' consigliato in Puglia e nel casertano.

E' stato inserito in 50 IGT, 8 DOC (Gioia del Colle, Gravina, Matera, Primitivo di Manduria, Colline Joniche Taratine, Terra d'Otranto, Cilento, Falerno del Massico) ed è il protagonosta della DOCG Primitivo di Manduria Dolce Naturale.

 

utilizzazione tecnologica

L' uva di Primitivo ha maturazione precoce. La vendemmia ha luogo da fine agosto-primi di settembre, nelle zone nelle aree a livello del mare, sino a metà settembre, nelle zone più elevate.

Dal Primitivo si ottengono vini intensamente colorati di rosso-violaceo, soprattutto se prodotti da viti coltivate in aree collinari, dotati di buona struttura, particolarmente corposi, molto alcolici (sino a 16-18% e talvolta anchè oltre) soprattutto se prodotti in vigneti delle pianure pugliesi. Dato l'elevato contenuto glucidico, nelle vinificazoni tradizionali è usuale il permanere di un discreto residuo zuccherino che conferisce sapore amabile al vino. L'acidità titolabile può mantenere livelli di 7-9 g/L (talvolta anche superiori), considerati elevati negli ambienti meridionali. 

Il profilo antocianico ha evidenziato prevalenza di malvidina (da 56% ad l’80%, soprattutto come 3-glucoside e 3-glucoside-paracumarato); com’è noto, questa antocianina è la meno ossidabile e, quindi, permette buona conservazione del colore del vino. Le antocianidine glucosilate delfinidina e peonidina risultano presenti in proporzione del 15-4%; ancora inferiore la presenza di cianidina, l’antocianina più instabile. Il contenuto in acidi idrossicinnamil tartarici delle bucce è caratterizzato da rapporto tra acido trans caftarico/acido trans cutarico superiore ad uno. Il contenuto medio di acido trans-caftarico assume un valore particolarmente elevato, mediamente pari a 51,1 mg/L. Tra i flavonoli, prevalgono la miricetina 3-glucoside, la quercetina 3-glucuronide e la quercetina 3-glucoside (Tamborra, in Calò e Costacurta, 2003). 

Nel profilo sensoriale prevalgono i sentori di bacche, uva rossa, ciliegia e prugna e, in minor misura, i sentori di erbaceo e carciofo, speziato e legno; la percezione è variabile anche in funzione della forma di allevamento adottata (Calò e Costacurta, 2003, Tarricone et al., 2008).
 
bibliografia (5)
autori anno titolo rivista citazione
Calò A., Costacurta A., 2003 Fascinoso Primitivo. Civiltà del bere Ottobre, pp.113-125.
Costacurta A., Germinario A., 2010 I vitigni storici pugliesi e le DOC collegate. AA.VV. Storia regionale della vite e del vino in Italia. Le Puglie (a cura di A. Calò e L. Bertoldi Lenoci. Edizioni Pugliesi, Martina Franca (TA)
Frojo G. 1875 Relazione sugli studi ampelografici eseguiti nelle Puglie Bullettino Ampelografico, Ministero d’Agricoltura Industria e Commercio, Anno 1875 Fascicolo I. Tipografia Eredi Botta, Roma, 1876.
Musci G., 1913 Il Primitivo di Gioia. Società Tipografica Editrice, Bari.
Tarricone L., Calò A., Masi G., Tamborra P., Gentilesco G., 2010 Influenza della forma di allevamento e della carica di gemme sulle caratteristiche viticolo-enologiche del Primitivo. Italus Hortus Atti del II Convegno Nazionale di Viticoltura. Marsala, 14-19 luglio 2008, pp. 621-626.
aggiornamento 12/09/2020 17:00:27 (4 anni fa)