Questo vitigno non è stato citato in trattati ampelografici o altri scritti del passato. Individuato in alcuni vigneti della provincia di Reggio Emilia, dove viene anche denominato Lambrusco dei vivi, è stato recuperato e valutato dal Consorzio per la tutela dei vini “Reggiano” e “Colli di Scandiano e di Canossa” che, con la collaborazione del CNR di Grusgliasco (Torino) e dell’Università di Firenze, ne ha ottenuto nel 2007 l’iscrizione al Registro nazionale delle varietà di vite.
Il confronto dei profili microsatellite di 32 varietà reggiane ha evidenziato la distanza di Perla dei vivi dal gruppo dei Lambruschi, confermata anche da distinti caratteri ampelografici, e una maggiore vicinanza a due vitigni presenti nello stesso territorio: Sgavetta e Rossara (Boccacci et al.,2005).