E' una varietà tradizionale della Sicilia, e non sembra, quindi, sufficientemente supportata l’ipotesi (Giavedoni e Gily, 2006) della introduzione del vitigno in Sicilia, dalla Puglia. Non è un vitigno di antica diffusione. La prima citazione sembra risalire al 1873 (Alagna- Spanò) e successivamente in una relazione tenuta da Abele Damiani nel 1885 sulla viticoltura dell’area di Trapani. Il Damiani però dichiara che l’elenco delle varietà che riporta gli è stato fornito dal Mendola e pertanto appare strano come questo vitigno non sia presente nella Collezione del noto Ampelografo ne nell’elenco delle varietà siciliane preparato, nel 1884, dallo stesso Autore. Il vitigno non è citato tra quelli coltivati in provincia di Trapani (1886), è assente nella Monografia di Frojo (1871) che elenca 35 vitigni coltivati in Sicilia, ne viene citato fra quelli utilizzati per la produzione del marsala (AA.VV, 1890). Cerletti (1892) in un rapporto sulla produzione del Marsala non riporta il Grillo tra le uve acquistate di preferenza dagli industriali del Marsala, mentre il vitigno è citato in un incontro tenutosi a Conegliano Veneto nello stesso anno, sul vino Marsala. Il Mondini (1890) nella relazione sulla viticoltura in Sicilia riporta per la produzione dei vini Marsala solo due vitigni il Catarratto e l’Inzolia. E’ comunque certo che dalla fine del XIX secolo, con i reimpianti post filloserici, in sostituzione del Cattarratto bianco, rivelatosi meno produttivo nell’area del Marsala, il vitigno assume una sempre più significativa presenza ed importanza nella viticoltura siciliana e in particolare della provincia di Trapani. Il Paulsen (1908) studia il comportamento del Grillo innestato su diversi portinnesti, la considera una varietà di pregio ed importante per il territorio di Marsala e riferisce che è coltivato in provincia di Trapani e di Messina. Il Murania (1911) lo cita tra le varietà coltivate nell’agro di Castelvetrano. Nel rapporto del Ministero (1923), su Notizie e Studi sui vini Italiani, la varietà viene riportata per le province di Trapani e di Girgenti. Studi molecolari hanno dimostrato che il Grillo è frutto di un incrocio spontaneo tra Catarratto bianco e Zibibbo o Moscato di Alessandria (Di Vecchi Staraz et al., 2007; De Lorenzis et al., 2014) e la sua identità con la varietà Rossese bianco coltivata in Liguria (Torello Marianoni et al., 2009). L’origine di questo vitigno sembra debba essere attribuita al Mendola, che ha realizzato numerosi incroci tra i genitori del Grillo, ottenendo il “Moscato Cerletti” e/o “Catarratto Cerletti” (1874; 1920); quest’ultimo è ampiamente descritto dal Molon nella sua “Ampelografia” (1906), che invece ignora il Grillo.