Riferimenti
storici
Il
nome prende origine dalla località di Montericco, nel comune di Albinea, in
provincia di Reggio Emilia, dove, sulla base delle prime notizie reperibili su
documenti scritti, era coltivata nella seconda metà del XIX° secolo. Nel 1876, infatti, Antonio Zanelli cita questo
vitigno tra le uve da coltivare in collina nella relazione sull’operato della
direzione tecnica della Società
enologica di Reggio Emilia. Nel 1915 Casali inserisce il “Lambròsch ed Munterécch
tra i nomi dialettali delle piante del Reggiano, riportandone la denominazione
italiana “lambrusca di Montericco”, insieme al sinonimo “Salvàdga ed Muntrécch”
(Selvatica di Montericco). La varietà era infatti inizialmente nota come
“Selvatica di Montericco” (Silvestroni et al., 2008).
Diffusione e variabilità
Iscritto
al Registro nazionale delle varietà dal 1970, il Lambrusco di Montericco è
coltivato su 277 ettari in provincia di Reggio Emilia, pari allo 0.38% della
superficie a vigneto (dati 2012).
Non ha attualmente alcun clone riconosciuto, anche se esiste una
variabilità interna di caratteri fenotipici, che ha spinto ad analizzare il
profilo microsatellite di tre diverse accessioni (Meglioraldi et al., 2013).
L’analisi
di 20 loci microsatellite ha rivelato come il Lambrusco di Montericco condivida
con Uva Tosca un allele per ognuno dei loci esaminati, ad indicare una possibile
relazione di primo grado (Boccacci et al. 2005).
Caratteri
agronomici
Il
Lambrusco di Montericcco è vitigno vigoroso. Nel corso del progetto le osservazioni fenologiche e di morfologia
fiorale hanno consentito di rilevare come questo vitigno presenti fiori
fisiologicamente femminili (Sgarbi et al., 2013 a; Sgarbi et al., 2013 b), mentre la scheda di Cosmo et al. (1962) riportata nel catalogo nazionale delle
varietà di vite, descrive il fiore come ermafrodita regolare. Una indagine
condotta ad hoc nel corso del progetto ha però consentito di riscontrare tale
carattere sia nelle accessioni coltivate in tre vigneti reggiani, sia nelle
piante in collezione nel campo catalogo di Susegana. Una revisione della
descrizione ampelografica ufficiale per questo carattere è quindi necessaria.
Nonostante questa caratteristica fiorale, nei vigneti reggiani polivarietali il Lambrusco di Montericco presenta generalmente
una produttività buona e costante e grappoli piuttosto compatti.
I
terreni più adatti sono quelli di collina e pedocollinari, di media fertilità.
La buona fertilità delle gemme basali consente di adottare abbondante e
costante, la potatura corta è la più adatta. Non presenta esigenze rispetto al
clima. Ha una buona tolleranza verso le crittogame, nella norma la resistenza
alle avversità climatiche. Può andare soggetta ad acinellatura e colatura, che
in buona parte da attribuirsi alla sterilità maschile dei fiori, che rende
importante l’impollinazione.
Prodotti
Il
vino è di colore rosso rubino in genere non molto intenso, non molto corposo,
scarso di alcol, ricco di acidità, dal profumo piuttosto intenso, che richiama
i frutti rossi e la viola (Valli et al., 2007).
L’uva
del Lambrusco di Montericco viene utilizzata esclusivamente per la
vinificazione. A Reggio Emilia è il costituente unico o principale, nella
misura minima dell’85%, dei vini DOC Colli di Scandiano e di
Canossa Lambrusco Montericco rosato e rosato frizzante, eventualmente con i
Lambruschi grasparossa, Marani e salamino e con il Malbo gentile; può entrare,
in proporzione massima del 15%, nella tipologia DOC “Colli di Scandiano e di
Canossa Lambrusco Grasparossa”. Entra
nei vini DOC “Reggiano Lambrusco”, in misura fino all’85%, e “Reggiano bianco
spumante”, ottenuto per vinificazione in bianco e a cui può concorrere fino al
100%. A Modena entra nei vini Doc Modena Lambrusco, Rosso, Rosato, da solo o
con altri vitigni indicati nel disciplinare, nella misura minima dell85%; nei
Doc Lambrusco di Sorbara, Lambrusco salamino di Santa croce, Lambrusco
Grasparossa di Castelvetro, da solo o cn altri vitigni, nella misura massima
del 15%.