Notizie storiche
La
Fogarina è un vitigno della provincia di Reggio Emilia dall’origine incerta, ma
sicuramente antica. La tradizione locale attribuisce a un certo Carlo Simonazzi
(cognome anche oggi piuttosto comune nella zona) l’individuazione del ceppo
capostipite vicino alla foce del Po, mentre pescava sul greto del torrente
Crostolo. Era il novembre del 1820 e i grappoli ancora sani lo colpirono. Altre ipotesi, che
rimanderebbero ancora più indietro nel tempo, sono state formulate dal Mossini di Guastalla (1905), che riteneva che
la Fogarina fosse giunta qualche secolo prima in un bosco guastallese detto
Fogarin (da cui il nome della varietà), trasportata da un’alluvione del Po
(Burert, 2011).
La presenza
e importanza della Fogarina sono però documentate con certezza dal 1847, quando
Antonio Galloni la definisce l’uva più gradita e esportata dell’epoca.
Nel
1886 Balletti e Gatti delineano sinteticamente le caratteristiche del vino di
Fogarina: “saporoso, ma aspro, austero e tuttavia durevole, con profumo del
tutto speciale”. Anche Toni (1927) descrive i tratti salienti del vino, oltre
che quelli agronomici del vitigno: “..... vitigno di grande produzione che dà
un vino ricco di acidità fissa e volatile, usato da taglio per dare vivezza di
colore e serbevolezza”.
Casali
(1915) riporta il nome dialettale Ova Fugarèina
(o Ova Fugarina” nel suo dizionario di nomi di piante reggiane.
Il
nome Fogarina è largamente noto in Italia, in quanto riporta alla mente di
molti la nota canzone popolare, interpretata negli anni passati dal Duo di
Piadena, ma anche da altri cantanti famosi. Il vitigno ha invece subito negli
anni un destino di netto declino rispetto agli inizi del secolo scorso, quando
la produzione alimentava una corrente di esportazione verso diverse regioni
italiane. Non più di un decennio fa la Fogarina era ritenuta quasi scomparsa ed
è stata recuperata grazie all’intervento congiunto di viticoltori, cantine e enti locali.
Pur
se gia descritta da Cosmo e Polsinelli negli anni ’60, l’iscrizione al registro
varietale è avvenuta solo nel 2007.
Per la sua rarità e la valenza
storica ed economica la Fogarina è stata
iscritta nel Repertorio volontario regionale delle risorse genetiche agrarie dell’Emilia
Romagna con determina del 20 DICEMBRE 2010, N. 14800: L.R. 01/2008.
Distribuzione e variabilità
La Fogarina, denomiata “Fogarina di Gualtieri”, era
prevalentemente coltivata nei terreni
alluvionali del Po e del basso Enza (comune di Gualtieri) . La propagazione per
innesto e la coltivazione vennero promosse da Domenico Rossi, un agricoltore di
Gualtieri convinto dei pregi di questa uva (Dolcini et al., 1967). Bertolini
(1927) riferisce che tra il 1922 e il 1926 la produzione di uva Fogarina era di
circa 400.000 q annui, che costituivano il 20% della produzione della provincia
di Reggio Emilia e l’ 80%
nella bassa reggiana (Gualtieri,
Boretto, Brescello), secondo vitigno dopo l’Ancellotta”.
Si diffuse quindi anche nel Mantovano, nel Modenese e in
Romagna.
Dal secondo dopoguerra si è verificato il declino della
coltivazione, fino quasi alla scomparsa del vitigno, che solo recentemente è
stato recuperato e rivalutato. Nuovi impianti sono stati messi a dimora, in
particolare nell’area di origine, grazie
alle iniziative di Cantina Sociale di Gualtieri, Consorzio per la tutela dei
vini DOC di Reggio Emilia, Provincia di Reggio Emilia.
Attualmente la Fogarina è coltivata su pochi ettari,
soprattutto nel comune di Gualtieri e nelle aree circostanti.
Utilizzazione
L’uva
di Fogarina è destinata alla vinificazione. Era tradizionalmente utilizzata per
la produzione di vini da taglio, dei quali si valorizzavano le caratteristiche
di acidità, freschezza, profumo e colore per ringiovanire i vini, aumentarne
l’acidità ed esaltarne i profumi.
La
prima etichetta di vino Fogarina, prodotto da Ettore Pecorini, risale al 1900
(Zini e Caleffi, 2004).
Il
noto esperto di vini Luigi Veronelli ne apprezzò le caratteristiche,
paragonandone le potenzialità, se prodotto con tecniche adeguate, a quelle dei
migliori vini toscani.
Nel
2009 è stata inserita nella DOC “Reggiano”. La Cantina di Gualtieri produce
anche un Passito.
Il
vino ha colore rosso violetto molto intenso con spiccati riflessi violacei; il
profumo è ottimo, con note fruttate, in particolare con sentori di prugna
cotta, bacche (ribes) e drupe a polpa rossa (ciliegia, lampone, mora)); e
sentori erbacei e speziati (Meglioraldi et al. 2008).
Dal
punto di vista gustativo il prodotto è molto acido, ha struttura e persistenza
elevate.