Notizie storiche
Un Tribbiano di Spagna, con grappoli grossi e serrati e acini grossi e rotondi, viene citato dall’Acerbi nel 1825 tra le varietà di vite coltivate in Toscana.
Nel 1839 Gallesio, nei suoi viaggi, visitando l’Emilia parla distintamente della Terbiana e della Terbianella, che trova a Reggio Emilia, e del Trebbiano di Spagna, che vede a Nonantola, nella villa del conte Salimbeni, e nelle terre dell’Aggazzotti, con la Terbiana comune.
Aggazzotti nel 1867 scrive di tre Trebbiani presenti nella sua collezione di Colombaro di Formigine; tra i quali la Trebbiana di Spagna (o Trebbiana romana), di cui raccomanda la diffusione, perché ‘uva di insigne merito’. Il grappolo viene descritto come “voluminiso, ma di poca massa, perché a grani molto radi”, caratteristiche che si collegano con la difficoltà di allegazione del vitigno, dovuto a fiori con sterilità maschile.
Lodovico Malavasi (1879) parla del Trebbiano di Spagna come di una varietà di recente introduzione.
Casali (1915) non ita espressamente il Trebbiano di Spagna, ma riporta la presenza, nel territorio di Reggio Emilia, di tre Trebbiani: Óva terbiân (Trebbiano bianco), Óva terbiân ėd Módna (Trebbianino o Trebbiano piccolo), Óva terbianch (Trebbiano comune bianco).
Con il nome Trebbianina, e Trebbiano di Spagna come sinonimo, questo vitigno è stato iscritto al Registro nazionale nel 2009.
È iscritto, col nome Trebbianina e con i sinonimi di Trebbiano di Spagna, Trebbianino, Trebbianino di Spagna, Trebbiano romano, al Repertorio volontario regionale delle risorse genetiche agrarie della Regione Emilia Romagna (2010).
Nelle citazioni storiche l’attribuzione dei nomi dei Trebbiani non è però molto chiara. In particolare, il nome Trebbianina o Trebbianino sembra essere inserito come sinonimo di Trebbiano modenese, piuttosto che associato al Trebbiano di Spagna.
Prodotti
Il Trebbiano di Spagna è considerato una varietà molto valida per la vinificazione, con uva in grado di dare un prodotto profumatissimo, come asserisce Toni già nel 1927.
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