Riferimenti storici
Le origini del Lambrusco di Fiorano non sono state accertate con chiarezza. Per la forma simile dell’acino, è stato talora confuso con il Lambrusco oliva, che ha però acini di minori dimensioni. Anche le denominazioni utilizzate nei secoli scorsi hanno alimentato la confusione e reso difficile ricostruire il percorso storico. Sono stati infatti utilizzati diversi i sinonimi, come Prugnola e Lambrusco oliva grosso (Marzotto, 1925), Lambruscone o Brugnola (Cosmo et al., 1962). Di recente l’indagine bibliografica compiuta per l’iscrizione al repertorio regionale delle varietà locali di interesse agrario dell’Emilia Romagna ha portato a ritenere errati i sinonimi Prugnola e Brugnola e corretti i sinonimi Lambruscone e Lambrusco oliva grosso (RER, 2011). Nella stessa indagine viene infatti ritenuto probabile che il Lambrusco di Fiorano corrisponda al Lambruscone o Lambrusco oliva grosso descritto dall’Aggazzotti nel 1867, che riporta tratti morfologici dell’acino (“acini grossi, ovoidei, farinosi) e caratteri qualitativi dell’uva e del vino (“ottiensi vino di corpo, sapido….ben carico di colore, col quale…si fanno tagli”) coincidenti con quelli del Lambrusco di Fiorano.
L’attività di valutazione finanziata dalla Provincia di Modena nell’ambito del PSR 2007/13, Misura 214-Azione 7, grazie al progetto per il “Recupero, salvaguardia e valorizzazione dei vitigni modenesi Festasio e Lambrusco di Fiorano”,(Nigro et al., 2013), ha portato nel 2016 all’iscrizione del Lambrusco di Fiorano al Registro nazionale delle varietà, con il nome Lambrusco del Pellegrino (Pecile et al., 2016).
Distribuzione e variabilità
Il vitigno, che prende il nome dal comune di Fiorano, in provincia di Modena, è coltivato soprattutto nell’area pedemontana del territorio modenese e reggiano, ma è raro e viene considerato ad elevato rischio di erosione genetica (RER, 2011).
Analisi dei profili micro satellite hanno messo in evidenza come il Lambrusco di Fiorano, al pari del Lambrusco grasparossa, Lambrusco Maestri e Lambrusco Montericco, sia geneticamente distante da un gruppo numeroso di Lambruschi (Boccacci et al., 2005).
Usi
I vini ottenuti da micro vinificazione (Nigro et al., 2013) hanno rivelato un composizione equilibrata, con buon grado alcolico, acidità sostenuta, buona struttura e idoneità alla produzione di vini, freschi, fermi o frizzanti . Di colore rosso-violetto o rosso rubimno di media intensità, con profilo olfattivo con prevalenti note di frutta (mora e cilegia), fiorali (viola e rosa), speziate (pepe); gusto di acidità-medio-alta, amarognolo e mediamente astringente.