Dei vitigni che condividono più del 50% degli alleli con il Cannonau, ben 5 sono risultati essersi originati da esso: l’Arcadu 1 per autofecondazione mentre il Sinnidanu, il Doranadu, il C Rosonadu e la Nera del Ponte per incrocio con il Galoppu, la Granatza, l’Apesorgia bianca e il Muristellu rispettivamente.
E’ una delle uve da vino più coltivate al mondo. La varietà è conosciuta a livello internazionale come Grenache o Garnacha. Le sue origini sono ancora oggetto di disputa, anche se non vi è nessun dubbio sul fatto che le tracce documentali più antiche sono registrate in Sardegna (1549, atto del notaio Bernardino Coni). E soprattutto da rilevare che nell’isola compare già da subito come un vino importante e ampiamente coltivato. Contrariamente a quanto avviene nella penisola iberica, dove per molto tempo con il nome Garnacha (una deformazione evidente del nome Vernaccia) si indicano dei vini bianchi, e viene riferito ai vini rossi solo molto più tardi rispetto alla Sardegna. Addirittura alcuni agronomi spagnoli della seconda metà dell’800 attribuiscono il suo successo in Spagna alla resistenza all’oidio e spiegano la sua diffusione nella penisola iberica con questa interessante caratteristica (Lovicu, 2006). Il Cannonau è un vitigno che deve il suo successo alla resistenza alla siccità e alla possibilità di produrre vini molto alcolici, ma è anche una varietà che al di fuori delle sue zone di elezione può dare problemi di carattere produttivo e qualitativo.