Notizie
storiche
Le
origini del vitigno sono poco conosciute. E’ probabilmente originario
della provincia di Reggio Emilia.
Il
nome sembra derivi più che dalla morfologia della foglia (riscontrabile
peraltro in molte varietà), dalla famiglia modenese Lancellotti o Lancillotto
che nel XIV-XV secolo ne diffuse la coltivazione (Dalmasso, 1937).
Nel 1811 Dalla Fossa inserisce la Lancelotta nel lungo elenco di varietà da preferire nella pianura. Nel 1840 la Lanzelòtta è uno dei 110 vitigni reggiani elencati nel manoscritto di Vincenzo Bertozzi, che la inserisce nella categoria delle 'Viti di uve di colore coltivate nei campi. Uve scelte per i migliori vini di commercio'.Casali (1915) riporta i nomi dialettali reggiani "Ova lanzalòta", "Ova anzalota" e "Ova inzalòta" e i nomi italiani Lanzalotta, Lancellotta, e ne distingue una tipologia a bacca grossa (Lanzalotta grossa).
Distribuzione
e variabilità
Il vitigno è presente soprattutto in provincia
di Reggio Emilia, e più limitatamente nelle altre provincie emiliane. E’
storicamente coltivato nel territorio reggiano fin dal 1811 e soprattutto nel
comune di Reggio Emilia (Sesso, Mancasale, Massenzatico, Gavassa,
Pratofontana). Per questo motivo è anche chiamata “Ancellotta di Massenzatico”.
Nel 1922 se ne producevano circa 175.000 t. Successivamente si è poi diffuso in
tutto il territorio provinciale. Attualmente è il primo vitigno per superficie,
con 3.300 ha, che rappresentano il 44%
della superficie a vigneto nella provincia di Reggio Emilia.
Nel Modenese la superficie ad Ancellotta rappresnta il 6% della superficie a vigneto.
Dopo
la prima guerra mondiale è stato diffuso anche nel basso Trentino, lungo la Val
d’Adige, con buoni risultati nella zona compresa tra Mori e Avio, in piccole
aree di Friuli, Lombardia, Veneto, Toscana, Puglia e Sardegna.
E’ stata ammessa al registro nazionale delle
varietà di vite il 25/05/1970 (Gazzetta ufficiale: G.U. 149 del 17/06/1970).
I
terreni più adatti sono quelli di medio impasto tendente all’argilloso. Bene si
adatta a terreni alluvionali leggeri. Produzione costante e abbondante. Sistemi
di allevamento più idonei: Casarza, Sylvoz e GDC con potatura corta o mista che
ben assecondano il suo vigore elevato.
Ha
media sensibilità alla peronospora e alla botrite, maggiore all’oidio. E' mediamente sensibile al disseccamento del rachide. In
annate sfavorevoli può andare soggetta a colatura e ad acinellatura. Sensibile agli attacchi
di cicalina. Media sensibilità alle gelate primaverili, buona resistenza a
vento e siccità.
Prodotti
L’uva
di Ancellotta produce vini caratterizzati da valori zuccherini medio elevati, dal colore
intenso, dal profumo fruttato e da un’acidità poco elevata. Il
vitigno rientra in molte tipologie dei vini D.O.C. “Reggiano” e “Colli di
Scandiano e Canossa”, "Lambrusco salamino di Santa Croce", "Modena o di Modena", in quanto dona loro rotondità. In particolare, i
disciplinari indicano una presenza prevalente nel “Reggiano” Rosso (dal 30 al
60%) e come componente minore nelle altre due tipologie di “Reggiano” (“Reggiano" Lambrusco
salamino e “Reggiano” Lambrusco), nelle tipologie di D.O.C. “Colli di
Scandiano e Canossa”: Lambrusco Grasparossa, Lambrusco Montericco rosso, Lambrusco Montericco rosso rosato, Cabernet Sauvigno, nelle specificazioni Lambrusco, Rosso, Rosato del D.O.C "Modena . o di Modena" e nel "Lambrusco salamino di Santa Croce".
Nel
vino IGT “Emilia” o “dell’Emilia” Ancellotta o Lancellotta il disciplinare ne
richiede la presenza nella misura minima del’85%.
Questa
varietà viene anche commercializzata sotto forma di mosto muto, “rossissimo” e
filtrato dolce. Questi prodotti sono caratterizzati da un’altissima
concentrazione colorante e sono venduti come prodotto sfuso per il taglio di
vini.